4 Febbraio 2013
L'angelo di Giotto
Opera in mosaico
Ci sono degli avvenimenti che interrompono il fluire della nostra vita, che cancellano improvvisamente il domani sperato, atteso o programmato. Ci fanno malissimo, mandano in cocci le nostre sicurezze, la nostra felicità. Ci si sente svuotati. Sembra la fine del mondo eppure nessun momento come quello è carico di quell'energia che è preambolo alla creazione, al ricominciare da zero. La Bibbia dice che lì in particolare è presente lo spirito del Signore, nello " zero " della notte dei tempi quando vi erano solo tenebre, o nello " zero " di quella notte in cui venne sepolto il corpo di Gesù. Nessuno zero è vuoto, nessun momento è pieno come quello di prima di ripartire. Non è la fine, ma l'inizio di un nuovo mondo. Di fatto si ricomincia cancellando i segni dei pastrocchi, del dolore che macchia, di ciò che non si può più correggere e salvare e con essi si cancella anche tutto il resto, quello che prima ci sembrava ben fatto, buono, bello. Sembra disumano, dispettoso, irrispettoso. Non si sente ancora l'energia, ma solo gli effetti ancora evidenti della devastazione; poi però arriva un momento in cui riappare il disegno, la speranza la vita. Bisognerebbe quasi ringraziare chi sbaglia, chi ci mette nella condizione di ricominciare, bisognerebbe non avere mai paura di nessun avvenimento, perchè anche il peggiore immaginato è il più creativo di tutti. C'è addirittura qualcuno che spiega quegli annunci, ciclici nella storia dell'uomo, di un'imminente fine del mondo come un comune e latente desiderio: quello di ripartire da zero, di rifare tutto da capo. Don Romeo S.